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Infinito Visivo.

La nuova personale di Costanza Alvarez de Castro.

Abbiamo già avuto modo di scrivere di Costanza Alvarez de Castro in occasione della sua precedente mostra “Natura in Scena”, e torniamo a farlo ora per questa nuova personale “Infinito Visivo”, in esposizione fino al prossimo 27 marzo presso la Kou Gallery di Roma, mostra diversa dalla precedente ma ugualmente accattivante e stimolante.
Dove nella precedente erano gli elementi della natura, in questa sono magnificati elementi tecnici e meccanici quali eliche, compassi, calamai, frese, pale, bitte, ognuno protagonista esclusivo della sua tela, dai cui argini sembrano esporsi per riprendere quell’attività per la quale hanno avuto origine come oggetti nella vita reale. Un ciclo di opere realizzate ad olio su tela di formato medio-grande nel periodo 2020-2021. Testimoni di un’attenta ricerca artistica, i singoli elementi emergono nel loro bagliore cromatico, oro, argento, rame, da uno sfondo scuro, una sorta di massa causale primogenia, forse il vero infinito i cui derivati rappresentano il visivo. Un visivo che folgora, proprio perché esprimendosi in un singolo elemento ne contiene in nuce gli altri, ovvero le infinite possibilità delle forme contenute nello sfondo informe. Epitome di tale lavoro l’elemento elica, strumento meccanico, direbbero i fisici, in grado di generare una propulsione secondo il principio di azione e reazione, attraverso un moto elicoidale, combinazione di un moto rettilineo e di uno rotazionale. E senza andare a scomodare studi alchemici ed esoterici che vedono nell’elica una delle figure geometriche in cui si esprime l’intelligenza della natura. Ma non vogliamo leggere nelle opere ciò che l’artista forse non vi ha scritto, anche se pensiamo che la cifra di un dipinto stia proprio nello stimolare letture ulteriori. E questi dipinti nè stimolano di letture! Perché è difficile separare questi due aspetti degli oggetti rappresentati, quello squisitamente tecnico e quello comunicativo; sarebbe come separare la materia e il suo significato in una sterile dicotomia che priverebbe gli oggetti della loro componente semiotica. Ogni oggetto vive di una biografia propria che porta tracce dei soggetti che li hanno prodotti, usati, abbondanati e dei molteplici scopi che hanno servito. È questa biografia che sembra aver colto la ricerca dell’artista, che ora offre come un’istantanea alla nostra lettura. Come ben sottolinea il curatore della mostra, Massimo Scaringella, il “taglio fotografico… la scelta dei soggetti, tramandati da una memoria personale, ci raccontano poi del suo raffinato gusto per il poco osservato, per l’artificio in grado di stupire, per i punti di vista inconsueti presenti anche in molti lavori precedenti”.
Costanza Alvarez de Castro, giovane pittrice con una laurea in Economia per la cooperazione internazionale e lo sviluppo, prosegue la sua ricerca artistica con talento e perseveranza nel suo studio di Roma. Noi restiamo in attesa di un nuovo ciclo di opere, che non tarderà a presentarci.

G. Arientoli


Nella foto di testa, a destra Costanza Alvarez de Castro, © Ph. Jessica Gaudioso.